giovedì 6 febbraio 2014

Cagliari Mon Amour



Di una bellezza mozzafiato.

Cagliari è così. Anche se non vuoi ammetterlo ti ruba il cuore.

E' una città che da vibrazioni positive. Guardavo la cattedrale dal bastione stamattina e mi sembrava un gioiello, una miniatura. Una di quelle cose preziose che metteresti in una scatola per poterla guardare infinite volte e innamorarti daccapo.

Ho passeggiato a Villanova. Un silenzio irreale. I panni stesi, le piante fuori dagli usci, i negozi bellissimi.

E le chiese e le case che raccontano di questo paese dentro la città.

E' anche qui che voglio portare la gente quando arriva a Cagliari. O a Stampace . Voglio che annusino l'aria e sentano l'odore del sugo, la radio che parla dalle finestre aperte. Voglio che vedano Signor Busonera e i suoi figli che lavorano l'argento come facevano i plateros nel '600. Voglio che vedano le borse di C+C, che usa l'orbace, i tessuti sardi e i bottoni di ceramica. Voglio che comprino i ravioli e le lorighittas di Patrizia Frau in Via San Giacomo e che vedano il laboratorio di Mariano Chelo, pittore di Bosa che ha stabilito qui il suo showroom.

Perchè nessuno deve imporci i modelli. Siamo noi che dobbiamo proporci e suggerire. Siamo colpevoli di questa dimenticanza, di questo corto circuito che ha determinato che venissero gli altri, quelli che non conoscono niente, a dirci cosa dobbiamo fare. A Cagliari e in tutta la Sardegna.

Io non mi voglio arrendere. Non mi arrendo di fronte all'indifferenza della Regione che in questi anni ha spinto solo ciò che gli tornava utile. Non mi arrendo davanti alle dimenticanze e all'inutilità di chi programma in maniera sterile campagne di promozione senza curarsi di mettere i luoghi dell'arte e della storia in condizione di fruizione perfetta. Non mi arrendo davanti a chi pensa che per fare turismo dobbiamo dare contributi per creare occupazione senza preoccuparci di verificare se le nuove imprese siano in grado di garantire qualità e costanza nell'impegno.

Dobbiamo convincerci che la qualità dell'offerta non ha prezzi molto diversi dall'offerta dozzinale: ha solo un'altra modalità per mettersi in risalto. Quella modalità è un tramite. E il tramite siamo noi, sono tutti coloro che nel settore del turismo e dell'accoglienza lavorano.

Ad un amico, ad una persona che viene a trovarci in Sardegna, non ci sogneremo mai di fargli vedere cose banali, di portarlo in un pessimo ristorante, di trattarlo con sufficienza. Organizziamo il meglio che si possa proporre. Questo è lo spirito con cui si accoglie.

Propositivi, ecco cosa dobbiamo essere. Con i tour operator, con le agenzie che vendono escursioni sulle navi da crociera, con i nostri clienti che acquistano online. Devono abituarsi ad interloquire con chi sa fare.

E dobbiamo essere fermi nel dire: questo non va bene, si fa così.

Non abbandoniamo la speranza di poter cambiare le cose. Passione. Sopra ogni cosa.

1 commento:

  1. Al di là dei contenuti sicuramente condivisibili e apprezzabili, ciò che traspare da tutte le considerazioni fatte è un qualcosa di molto più importante che, noi Sardi, forse abbiamo dimenticato. L'attaccamento ai valori propri della nostra terra; il credere ai noi stessi ed alle nostre capacità; il saper distinguere le cose utili da quelle non utili; il riscoprire una genuina accoglienza. Condivido soprattutto la conclusione che faccio mia: "NON ABBANDONIAMO LA SPERANZA DI POTER CAMBIARE LE COSE. PASSIONE. SOPRA OGNI COSA."

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