giovedì 23 gennaio 2014

Fili di Dio...Vi racconto una storia

FILI DI DIO.

Si chiama Filindeu e pare che significhi filo di Dio, Filu de Deu. Un'altra probabile origine del nome è fideos, legata ai secoli di presenza spagnola nell'isola e che suggerirebbe un legame con alcuni sinonimi che si trovano in uso in Barbagia (findeos, fundeo, fidelinos).

Su Filindeu, è un tipo di pasta tradizionale e rara della Barbagia nuorese, fatta con acqua, sale e semola di grano duro, lavorata in una rudimentale macchina di legno, che serve ad impastare la massa che verrà poi lavorata manualmente.
L’impasto viene trasformato in fili sottilissimi, lavorato con le mani bagnate, con molta acqua salata, affinché si formano tanti fili, che sono poi depositati in tre strati diagonali, messi ad essiccare al sole fino a che la pasta non assume una consistenza vitrea necessaria per la conservazione.
L’essiccazione tradizionale viene fatta su dei piani costituiti da foglie di asfodelo essiccate ed intrecciate in forme circolari, così da ottenere una superficie irregolare che permetta una maggiore ventilazione durante la fase di essiccazione, perchè dissipi lentamente l’umidità.
I fili di pasta di semola di grano duro fatta essiccare vengono spezzati e fatti cuocere nel brodo di pecora, con pecorino fresco acido, il casu axedu, così chiamato perchè è una pasta filata, ottenuta dalla lavorazione manuale fino a diventare, appunto, filante.

Mi chiedo: quanti di voi conoscono questa pasta? quanti l'hanno mangiata? Quanti saprebbero prepararla?

La risposta è: se non conserviamo i saperi nulla avrà un senso.
I saperi vanno tutelati e trasmessi. La formazione permanente è indispensabile per fare di ogni luogo una miniera. Non dobbiamo inventare niente, dobbiamo solo imparare a gestire ogni prezioso materiale che da quella miniera possiamo estrarre.
Io sogno mani nodose e segnate che consegnano a mani lisce e giovani questa bellezza.
Per questo ho preso un impegno con Gentes.

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